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La pratica della consapevolezza

Rubrica di Mindfulness


di Sabrina Mainolfi


Con la pratica della Vipassana non stiamo praticando una tecnica di pura concentrazione, ma stiamo facendo la pratica di consapevolezza per la quale è necessario solo un certo grado di concentrazione e abbiamo bisogno di vedere le cose così come realmente sono, attraverso la saggezza. Significa quindi vedere le cose senza preconcetti e i pregiudizi che nascono dall’attaccamento, dall’avversione e dalla confusione.


Possiamo sederci e avviare la meditazione, ad un certo punto potremmo percepire una sensazione di disagio, a questo punto è importante isolare tale sensazione fisica per non confonderla con la formazione mentale e osservarla con consapevolezza. La sensazione è uno dei sette fattori universali della mente. Gli altri sei sono: contatto, percezione, attenzione, concentrazione, forza vitale e volizione.


Potrebbe capitare inoltre di provare, durante la pratica, una qualche emozione quale il risentimento, la paura o l’avidità, in tal caso dobbiamo osservare l’emozione esattamente così com’è, senza confonderla con altre cose per riuscire a vedere l’origine dell’emozione. Grazie quindi alla meditazione possiamo acquisire un qualche grado di consapevolezza, è importante trascorrere del tempo osservando le nostre sensazioni, percezioni, gli innumerevoli pensieri e i vari stadi di coscienza per riuscire ad ottenere una pace e calma interiore. In particolare se trovandoci di fronte ad una situazione che ci fa sentire indignati, esaminiamo con consapevolezza la nostra mente, scopriremmo alcune verità su di noi: di essere egoisti, egocentrici, attaccati all’io, abbiamo pregiudizi e preconcetti e non amiamo noi stessi. La pratica della consapevolezza è la pratica dell’essere al cento per cento sinceri con noi stessi.

Ma qual è lo scopo ultimo della meditazione della consapevolezza. Lo scopo è raggiungere la perfezione in tutte le qualità nobili e sane che sono latenti nella nostra mente subconscia. Questo scopo è composto da cinque elementi: la purificazione della mente, il superamento del dispiacere e del lamento, il superamento del dolore e dell’afflizione, il camminare sul retto sentiero che conduce verso il conseguimento della pace eterna e il trarre felicità dal fatto di seguire quel sentiero.


La pratica: sedetevi sul pavimento con un cuscino dietro la schiena o sulla sedia, trovate una posizione comoda, possibilmente con la schiena diritta e cercate di rimanere in tale posizione sino alla fine della pratica. Chiudete gli occhi, la mente è simile ad una tazza contenente acqua torbida; quanto più a lungo tenete ferma la tazza, tanto più lo sporco si depositerà sul fondo e l’acqua si farà chiara.


Cerchiamo di mantenere la mente al momento presente, la mente non può mai essere concentrata senza un oggetto mentale perciò dobbiamo fornirle un oggetto che sia a disposizione in ogni momento senza difficoltà. Nella pratica della consapevolezza, una delle tecniche più utilizzate per iniziare la meditazione è il porre l’attenzione al respiro e a tutto il processo della respirazione in modo tale da riuscire a recepire tutta la totalità del proprio universo percettivo. Osservate la sensazione del respiro che entra e esce con tutte le pause che sono presenti nella respirazione. Se la mente inizia a distrarsi cercate sempre di riportarla al respiro, notate la sensazione della vostra inspirazione e della vostra espirazione mentre entrano ed escono dalle narici.


Il metodo più tradizionale, quello che Gotama Buddha ha insegnato ai suoi discepoli, dice che bisogna cominciare col concentrare l’attenzione sul respiro e poi procedere ad osservare tutti gli altri fenomeni fisici e mentali che sorgono. Ricordiamo che c’è una differenza tra l’essere consapevoli di un pensiero e pensare un pensiero, e questa differenza è molto sottile, essenzialmente è una questione di sensazione e di coscienza.

Dedichiamo alcuni periodi di tempo interamente a tale attività e strutturiamo il nostro ambiente in maniera che le distrazioni siano ridotte al minimo. Vista da fuori questa attività sembra inutile, siamo seduti e improduttivi, ma in realtà dentro di noi l’acqua da torbida inizia a diventare chiara e noi riusciamo a vedere dentro noi stessi.


Per la meditazione è opportuno fissare un orario, così da riuscire a rispettare la pratica. L’ideale sarebbe la mattina al risveglio e la sera prima di andare a dormire.


Dalla meditazione potete aspettarvi alcuni benefici, la consapevolezza percepisce le cose in profondità e con grande chiarezza. Essa guida la nostra attenzione alla radice delle contaminazioni e ne mette a nudo i meccanismi. Una chiara consapevolezza impedisce la crescita degli ostacoli, e una consapevolezza continua li annienta. Pertanto, mano mano che viene coltivata una consapevolezza genuina, le mura stesse dell'io crollano, il desiderio diminuisce, diminuiscono gli atteggiamenti difensivi e le rigidità. Diventate più esperti, più disponibili e flessibili. Imparate a condividere la vostra benevolenza.


Tratto da “La pratica della consapevolezza” di Henepola Gunaratana.




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